A pochi passi da una possibile svolta epocale per l’Udinese, con la voce sempre più insistente della cessione del club a un fondo americano, Francesco Guidolin interviene con il consueto equilibrio e profondità. In un’intervista al Messaggero Veneto, l’ex allenatore simbolo della storica qualificazione in Champions League ha commentato l’ipotesi dell’addio della famiglia Pozzo, sottolineando i meriti di una proprietà che ha scritto un capitolo irripetibile nella storia del club friulano.
“La loro è stata una gran bella avventura. Parlano i risultati, eccezionali rispetto alla precedente storia dell’Udinese. E in questi risultati ci metterei pure lo stadio, uno dei più belli d’Italia.”
Guidolin non nasconde l’ammirazione per Gianpaolo Pozzo, presidente con cui ha condiviso i momenti più alti della sua carriera bianconera:
“Mi sono sempre trovato bene con lui. Una persona intelligente, determinata. Conservo un bel rapporto, ci sentiamo ancora per le ricorrenze. Lo considero un privilegio.”
Nel suo discorso c’è consapevolezza del cambiamento dei tempi, ma anche apertura mentale verso nuovi scenari:
“Oggi ci sono meno imprenditori italiani nel calcio, ma l’importante è che qualcuno voglia investire, anche dall’estero.”
Allo stesso tempo, Guidolin comprende i timori della tifoseria, che si trova a fare i conti con l’incertezza:
“Capisco il senso di disorientamento. La proprietà Pozzo ha dimostrato passione e competenza. Tutte le cose hanno un inizio e una fine. Quel che conta, però, non è la nazionalità, ma le persone e i progetti.”
L’ex tecnico si allinea con le recenti dichiarazioni di Paolo Poggi, che ha evidenziato il legame unico tra Udinese e il suo pubblico:
“Sono perfettamente d’accordo. Proprio perché ci sono tanti stranieri in squadra, è fondamentale creare senso di appartenenza. Ai miei tempi portavo i giocatori a correre al parco del Cormor o a fare passeggiate tra i tifosi: la condivisione fa bene, aiuta i calciatori a sentirsi parte di una famiglia.”
Il cuore del messaggio di Guidolin è chiaro: il passaggio di testimone, se avverrà, non dovrà cancellare la cultura, i valori e l’identità del club. Il “modello Udinese” non è solo una questione di scelte tecniche o risultati sportivi, ma una questione di umanità, connessione col territorio e attenzione ai dettagli.
In attesa di sviluppi ufficiali, le parole di Guidolin si aggiungono alle voci autorevoli che chiedono responsabilità e visione, qualunque sia la nuova proprietà. Il futuro dell’Udinese dovrà poggiare su radici solide, quelle che hanno reso la società friulana una realtà stimata in tutta Italia e non solo.
Quando vedo Guido penso che Gino per il preliminare co champions gli ha comprato Maicosuel e Willians per risparmiare soldi ma non la figuraccia
L’unico che ha parlato giusto
Ecco gli americani potrebbero fare una bella cosa: richiamare il Guido a casa