La notizia di una possibile cessione dell’Udinese a un fondo americano continua a tenere banco in Friuli e non solo. Tra le voci che si sono aggiunte al dibattito c’è anche quella di Giampiero Pinzi, ex centrocampista simbolo dell’era d’oro bianconera, intervenuto ai microfoni di TV12.
“Il calcio sta andando in questa direzione, la famiglia Pozzo è una delle ultime a livello di imprenditoria. Speriamo che se la notizia venisse confermata chi arriva faccia un percorso simile a quello dei Pozzo.”
Parole che racchiudono nostalgia e consapevolezza. Pinzi, che ha vestito la maglia dell’Udinese per oltre 15 stagioni, conosce bene l’impatto che la famiglia Pozzo ha avuto sulla crescita del club, trasformandolo da realtà provinciale a modello internazionale di gestione sportiva.
Il suo intervento arriva in un momento in cui tifosi e istituzioni si interrogano sul futuro, divisi tra il timore della fine di un’epoca e la speranza di un nuovo ciclo altrettanto virtuoso. Pinzi non si oppone al cambiamento, anzi riconosce che il calcio moderno va verso modelli di gestione più globalizzati, ma pone una condizione fondamentale: continuità nella progettualità.
“Spero che chi arriverà capisca cosa rappresenta l’Udinese per questa città e per il Friuli. Serve rispetto per la storia e la comunità.”
Anche Pinzi, come altri ex protagonisti bianconeri, vede nei Pozzo una figura rara nel panorama calcistico odierno, imprenditori che hanno messo passione, competenza e visione nella gestione del club. Un’eredità pesante da raccogliere, che chiunque subentri dovrà saper onorare con responsabilità.
Il messaggio è chiaro e condiviso da molte voci legate all’Udinese: si può cambiare proprietà, ma non si deve cambiare l’anima. Il Friuli non è solo un territorio da presidiare, ma una comunità da coinvolgere.
Grande stima per Giampiero 🤗💪, dice comunque le stesse cose che tutti nell’ambiente Udinese pensano, stesse speranze, resta il fatto che è vero che i Pozzo sono uno degli ultimi pezzi nostalgici di un calcio che non c’è più, ma è anche vero che hanno scelto Watford per continuare il loro operato e non Udine, questo ovviamente la dice tutta anche sulla difficile situazione economica dei costi del calcio nel nostro paese
questo è parlare no fandonie