Udinese, Dal Cin scettico sulla cessione: “Pozzo non si farà da parte”

L’ex dirigente friulano solleva dubbi sull’operazione con il fondo americano: “Il club vale più di 150 milioni, il patron è ancora in forma e legato alla squadra”

Franco Dal Cin, figura storica del calcio italiano e protagonista dell’epoca in cui Zico arrivò a Udine, interviene sulla possibile cessione dell’Udinese, esprimendo perplessità sia sul valore dell’operazione che sulla reale volontà della famiglia Pozzo di farsi da parte. Interpellato da Il Gazzettino, l’ex dirigente ha condiviso la sua lettura della situazione, basandosi su quanto emerge dalla stampa e non su contatti diretti.

Il nodo economico: “L’Udinese vale più di quanto si dice

Dal Cin si è detto dubbioso sull’offerta da 150 milioni di euro che sarebbe stata avanzata da un fondo statunitense, giudicandola inferiore al reale valore della società bianconera. In particolare, anche gli 80 milioni ipotizzati per i cartellini di Bijol, Lucca e Solet – che rientrerebbero nell’accordo – appaiono, secondo lui, poco convincenti. “Non mi tornano i conti”, ha commentato.

Pozzo presidente onorario? “Non lo vedo in quel ruolo

Un altro punto sollevato da Dal Cin riguarda le ipotesi sul futuro ruolo della famiglia Pozzo nella nuova Udinese. Alcune indiscrezioni parlano di una possibile presidenza onoraria per Gianpaolo Pozzo e di una quota del 20% che resterebbe alla famiglia, con il mantenimento della gestione sportiva. Ma Dal Cin non ci crede: “Conoscendolo, non accetterebbe mai. È una persona capace, esperta e ancora operativa per il bene della squadra”.

Nessuna motivazione apparente per una cessione

Dal Cin esclude che dietro alla possibile cessione ci siano motivi economici o di salute. Al contrario, evidenzia come Pozzo – visto recentemente in televisione – appaia in ottima forma. “Nemmeno sforzandomi, riesco a trovare una motivazione logica che giustifichi un cambio della guardia”, ha dichiarato, suggerendo che il legame affettivo tra Pozzo e il club friulano sia troppo forte per una separazione.

Il precedente del 1990: “Pozzo rifiutò anche un assegno da un miliardo

L’ex dirigente ha ricordato anche un episodio significativo: nel 1990, insieme all’imprenditore Paolo Sinigaglia, tentò di acquistare l’Udinese, arrivando a consegnare una caparra da un miliardo di lire. Pozzo, però, rifiutò persino di aprire la busta. “Disse no anche ad altri imprenditori, come Zamparini. Per lui il club è un simbolo, un legame identitario. È friulano e primo tifoso della squadra”.

Le parole di Dal Cin confermano come, nonostante le voci di mercato e le offerte milionarie, il futuro dell’Udinese resti saldamente nelle mani della famiglia Pozzo, almeno fino a prova contraria.

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