Paolo Poggi sul futuro dell’Udinese: “Chi arriva non dimentichi la tradizione”

L’ex attaccante bianconero avverte il fondo americano: equilibrio tra business, identità e passione. E rilancia i nomi da cui ripartire

Paolo Poggi, volto storico dell’Udinese e profondo conoscitore dell’ambiente friulano, ha condiviso con Il Messaggero Veneto la sua visione sul possibile passaggio di proprietà del club, sempre più vicino alla definizione. Il probabile arrivo di un fondo americano solleva riflessioni importanti, soprattutto per chi, come Poggi, ha vissuto la squadra e il territorio in prima persona.

“Chi arriverà dovrà mantenere equilibrio”, sottolinea. “Si può fare business, ma senza trascurare la tradizione di una società ultracentenaria”. Il timore non è tanto legato al cambiamento in sé, quanto al rischio di perdere il legame con le radici, un elemento che Poggi considera essenziale quanto gli investimenti o la pianificazione tecnica.

A tal proposito, Poggi riconosce il grande lavoro infrastrutturale svolto dalla famiglia Pozzo, con impianti all’avanguardia già dagli anni ’90 e uno stadio che oggi rappresenta un modello di gestione moderna. “Migliorare ciò che è stato fatto sarà complicato per chiunque”, afferma con chiarezza, ribadendo che l’eredità lasciata non è solo economica, ma anche strutturale e identitaria.

Guardando ad altre esperienze, come quella del Venezia, Poggi osserva che l’approccio americano può funzionare solo se si rispettano le dinamiche locali del calcio italiano: “Lo sport non è una materia fredda, è calore, è intuito, è pancia”, afferma, ricordando che dietro una squadra non ci sono solo numeri ma anche passione, tradizione e conoscenza specifica del contesto. Per questo, chi entrerà in società dovrà investire senza snaturare ciò che l’Udinese rappresenta per il Friuli.

Non manca una riflessione sull’eventuale permanenza dei Pozzo all’interno dell’organigramma: “Dipende da cosa vogliono fare, ma chi guiderà il club deve conoscere il calcio italiano”, ribadisce Poggi, ponendo l’accento su competenza e sensibilità.

Infine, uno sguardo alla rosa futura. Poggi individua alcuni punti fermi da cui ripartire: “Lucca deve essere centrale, così come Lovric, che conosce bene l’ambiente. Thauvin ha qualità e mi è piaciuto l’ingresso di Karlstrom”, spiega, delineando le basi per costruire una squadra solida, ma anche coerente con i valori della società.

Il bilancio della stagione resta positivo, pur con qualche ombra: “Troppa discontinuità tra andata e ritorno, ma nel complesso il gruppo ha risposto”, conclude Poggi.

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