L’Udinese è vicina a un momento storico di svolta, con l’annuncio ufficiale della cessione sempre più atteso. A confermarlo è lo stesso Giampaolo Pozzo, il “Paron”, che ha ammesso pubblicamente l’esistenza di una trattativa con un fondo d’investimento americano, intenzionato a rilevare la maggioranza del club.
Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, l’operazione non si è ancora conclusa ufficialmente, nonostante il closing fosse previsto lo scorso venerdì in Lussemburgo. Alla base del rallentamento ci sarebbe la volontà della famiglia Pozzo di mantenere una partecipazione del 20% nel pacchetto azionario, con l’obiettivo di garantire una transizione controllata e collaborare alla costruzione di un modello simile a quello dell’Atalanta.
La trattativa con il fondo di New York
Il fondo americano coinvolto mira a un controllo completo dell’Udinese, ma sarebbe disposto ad accettare un assetto societario misto, che preveda la permanenza dei Pozzo come azionisti di minoranza. L’operazione ha un valore stimato di 185 milioni di euro, una cifra che riflette l’importanza del progetto sportivo, infrastrutturale e gestionale messo in piedi in decenni di gestione familiare.
Il fondo ha obiettivi ambiziosi, con un piano da 1,6 miliardi di euro per acquisire altre società in Europa, e vede nell’Udinese una porta d’accesso strategica al calcio continentale. La trattativa, pur complessa, è ancora aperta e viene gestita con attenzione per evitare i dietrofront già visti in passato, come quelli che coinvolsero Maurizio Zamparini negli anni ’90.
I motivi del rallentamento
Il mancato closing non è stato causato da frizioni insormontabili, ma da naturali complicazioni burocratiche: si sta ancora lavorando sul bilancio di fine stagione e sull’organizzazione della Supercoppa Europea, prevista il 13 agosto. Elementi che, uniti alla definizione dei dettagli sull’assetto societario futuro, hanno contribuito al temporaneo stop.
Pozzo, che sogna una “Udinese-Atalanta”, non sembra intenzionato a rinunciare del tutto al club che ha guidato per quasi quattro decadi. La sua idea è quella di garantire continuità dirigenziale e tecnica, mantenendo una quota che gli consenta di seguire da vicino la nuova governance.
Un futuro a stelle e strisce?
Secondo voci sempre più insistenti, la fumata bianca potrebbe arrivare entro la settimana, con l’Udinese pronta a diventare la prima società italiana interamente controllata da un fondo di New York. Una svolta epocale per il club friulano, che potrebbe beneficiare di nuove risorse e ambizioni internazionali.
Resta da capire se la visione americana si fonderà con la cultura gestionale dei Pozzo, o se il passaggio sarà soltanto un primo passo verso un completo cambio di paradigma per l’Udinese.
Se vendono il piccolo non ha più il bancomat e il giocattolo Watford non si ricarica
Vuole rimanere x intascare ancora soldi, sei una vergogna
“naturali complicazioni burocratiche”
😆 Mi fan sempre ridere queste interlicuzioni, per sembrare intelligenti, buttate lì senza pensarci perché tanto “tutti le usano”.
Di “naturale” e quindi immanente nella burocrazia cosa mai ci sarebbe? Ahaha norme e regole sono per loro essenza ARTIFICIALI, tant’è vero che esistono vari organi legislativi che normano continuamente.
Saludos
Sempre a rompere. Sono 12 anni che i Pozzo a Udine stanno bloccando la squadra ed anche adesso che c’è chi ha i soldi per fare un salto di qualità si mettono in mezzo. Vendete e prendetevi i soldi e mangiateli tutti nel Watford…
👍
Hanno anche garantito la Serie A per oltre 30 anni consecutivi! Non è poco. Oltre allo stadio nuovo e ora la supercoppa europea che è una cosa incredibile a pensarci. E quando si è potuto anche partecipazioni a CL e EL.
Curiosità c’è per vedere facce nuove quello sì.
Sopratutto veder mandati a casa i parassiti della tv sociale 🤣 fasulli e inutili come un certo CampaPaijazzo.
Grazie al Paron si , ma dall’era Gigino prima Granada e poi Watford siamo andati in dietro
Prima no poi con il giovane indietro purtroppo
Speriamo ceda 🤞