Simone Pafundi è uno dei volti più interessanti del panorama giovanile italiano, come sottolineato dal focus de La Gazzetta dello Sport dedicato ai talenti emergenti. Il trequartista dell’Udinese, classe 2006, è stato indicato da Roberto Mancini come “il primo della lista, prima di tutti gli altri”, un’investitura pesante che testimonia le sue qualità tecniche fuori dal comune.
Il suo percorso, però, non è stato semplice. Infortuni, concorrenza interna e una struttura fisica ancora in fase di sviluppo hanno limitato la sua crescita sul campo. Nonostante il talento evidente, Pafundi ha collezionato solo 107 minuti complessivi nella scorsa stagione, sotto la guida di Kosta Runjaic, che ha comunque mostrato interesse per le sue doti, impiegandolo in più ruoli, da mezzala fino all’esterno offensivo.
La sua qualità con il pallone resta indiscutibile, e chi lo ha visto giocare parla di un piede sinistro capace di illuminare la manovra. Ma per sbocciare, ha bisogno di fiducia, minuti e continuità: tre elementi fondamentali per un giovane in cerca di identità calcistica.
La questione centrale ora riguarda il suo immediato futuro: restare a Udine per giocarsi le sue carte o cercare spazio altrove? L’ipotesi di un prestito sembra concreta, con Monza, Avellino, Palermo e Venezia in Serie B hanno già espresso interesse, anche se il neo D.s. brianzolo Burdisso questo interesse lo ha fortemente smentito (LEGGI QUI). I club del torneo cadetto potrebbero offrirgli quel minutaggio fondamentale per lo sviluppo, in un campionato che, pur competitivo, sarebbe meno impegnativo della Serie A per un ragazzo ancora in formazione.
A Udine, il tecnico Runjaic ha dimostrato di volerlo valorizzare, ma la concorrenza per un posto è alta. La prossima stagione potrebbe rappresentare un bivio decisivo nella sua carriera: rimanere in Friuli e tentare di imporsi oppure affrontare una nuova sfida, in un ambiente dove possa partire da protagonista.
Il talento c’è, manca solo il contesto giusto per esprimerlo con continuità. A fare la differenza, ora, sarà la scelta del percorso: non basta il potenziale, serve un progetto chiaro e un allenatore disposto a investire su di lui, con pazienza e coraggio mettendo in conto anche la possibilità che per sbocciare definitivamente il ragazzo di Monfalcone abbia anche qualche passaggio a vuoto e qualche partita magari non all’altezza delle aspettative, come fisiologico che sia.
FATELO GIOCARE, MISTER FALLO GIOCARE! NON FARE L’HO SBAGLIATO COME CONE CON SANZ
Non ha il fisico per reggere in serie A.. verrebbe mangiato dagli avversari..il calcio e cambiato con gli anni.. ci vuole fisicità e tecnica se manca una di queste componenti non si emerge 👍
FATELO GIOCARE!!!!!!
Tenetelo a Udine ma per farlo giocare!!!!