Kosta Runjaic, tecnico dell’Udinese, ha ripercorso il proprio percorso personale e professionale in una lunga intervista concessa a Franco Vanni su La Repubblica. Dalle origini multiculturali alla filosofia di gioco, il mister bianconero ha offerto uno spaccato del suo approccio al calcio e alla gestione del gruppo.
Nato in Austria, di origini jugoslave e cittadino tedesco, Runjaic ha allenato anche in Polonia, sviluppando un linguaggio calcistico multilingue, arricchito da termini tecnici e gestualità che facilitano la comunicazione con una rosa internazionale. Prima di intraprendere la carriera in panchina, ha lavorato come assicuratore, venditore di immobili e barista, esperienze che lo hanno formato nella capacità di rapportarsi con persone diverse e di adattarsi a contesti eterogenei.
A Udine a imposto fin da subito nuovi metodi di allenamento, un diverso approccio atletico e l’uso di video tutorial per la tattica. “Etica e rispetto sono stati i cardini – spiega – e ora vogliamo essere più costanti, con pressing aggressivo e azioni veloci e mirate”.
Il lavoro di Runjaic si ispira anche ad altri sport: studia i metodi degli All Blacks e realizza personalmente materiale motivazionale insieme al suo staff. “Abbiamo accumulato un enorme archivio negli anni, non solo prendendo spunti dal cinema e dallo sport, ma creando anche i nostri contenuti”.
Sul fronte delle vicende di campo, l’allenatore è tornato a parlare del discusso episodio del rigore di Lecce, con Lorenzo Lucca e Florian Thauvin: “Lucca aveva preso la palla nonostante sapesse che spettava a Thauvin calciarlo. La squadra si aspettava una reazione da me, e ho sostituito Lorenzo. Messaggio passato, partita vinta. E Lucca ha capito di aver sbagliato“.
Riguardo ad Alexis Sanchez, Runjaic ha espresso rammarico per un ritorno sotto le aspettative, sottolineando che il club sta lavorando a una soluzione con Gino Pozzo in costante contatto con il giocatore: “Siamo tutti dispiaciuti che il ritorno di Alexis non abbia avuto il successo sperato. Non era destino. Gino Pozzo è in costante contatto con lui per trovare la soluzione migliore per tutti. Per Udine sarà sempre El Niño Maravilla“
Tra i giovani, Simone Pafundi resta uno dei punti di maggiore interesse: “È un talento straordinario, agile e veloce. Credo sia più adatto alla trequarti, dietro le punte. Decideremo presto se sarà meglio tenerlo in A o mandarlo in prestito”.
Infine, una nota personale sull’apprendimento dell’italiano: “Capisco sempre di più, ma parlerò solo quando mi sentirò sicuro”, ha scherzato il tecnico, ammettendo di sognare un giorno di svegliarsi e parlarlo perfettamente.
Speriamo che veramente quest’ anno la squadra sia più aggressiva e faccia più pressing