Il difensore bianconero Christian Kabasele è stato ospite della trasmissione “Udinese Tonight”, in onda il lunedì sera su TV12. Il difensore belga ha commentato il finale di stagione dei friulani, soffermandosi anche sul suo futuro e sulla mentalità che lo contraddistingue, qualità che lo fanno un punto di riferimento all’interno dello spogliatoio…
Le sue parole.
CHIAMATO IN CAUSA CONTRO BOLOGNA E JUVENTUS, IL DIFENSORE BIANCONERO HA RISPOSTO PRESENTE…“Sto cercando di comportarmi da professionista e di dimostrare il mio valore per la squadra. L’allenatore ha apprezzato il mio impegno affidandomi la fascia, e per me essere il capitano dell’Udinese è motivo di grande orgoglio. Essendo uno dei più esperti nello spogliatoio, sento la responsabilità di essere sempre un punto di riferimento. Cerco di svolgere il mio lavoro nel miglior modo possibile”.
NONOSTANTE UNA PRESTAZIONE MIGLIORE DI QUELLA CONTRO IL MONZA, A TORINO È ARRIVATA UN’ALTRA SCONFITTA…“Peccato per il finale di stagione. Abbiamo disputato un ottimo campionato, ma spesso si tende a ricordare solo le ultime partite. Nell’ultima fase non siamo riusciti a fare il nostro dovere, in particolare nella partita contro il Monza, che ha generato un clima negativo attorno a tutto l’ambiente. È un vero rammarico, perché avevamo tutte le potenzialità per stare davanti al Como.
C’È UN ASPETTO POSITIVO DA TENERE IN CONSIDERAZIONE. “Sicuramente l’impatto dei giocatori che sono diventati titolari e si sono fatti trovare pronti. Abbiamo affrontato sei mesi senza Solet, poi è arrivato e ha fatto subito la differenza. Anche Atta e Modesto hanno offerto prestazioni sempre solide. Abbiamo una rosa ricca di giocatori importanti, non solo loro, anche se non sempre viene percepito subito. Dobbiamo proseguire su questa strada anche il prossimo anno: sarà fondamentale”.
A QUESTO PUNTO, LA SCORSA STAGIONE, LA SITUAZIONE ERA DECISAMENTE DIVERSA…“È un aspetto che va assolutamente sottolineato: lo scorso anno ci siamo salvati all’ultima giornata, mentre questa stagione abbiamo raggiunto l’obiettivo con due mesi d’anticipo. Il mister ha lavorato molto bene, adattandosi subito al calcio italiano. Siamo una squadra in crescita, ed è normale attraversare momenti di alti e bassi. L’anno prossimo dovremo alzare l’asticella, anche perché abbiamo tanti giocatori con un grande potenziale. Va anche detto che per molte partite ci è mancato il nostro capitano, Thauvin, e non è semplice affrontare certe sfide senza di lui. In generale, però, possiamo dire di aver fatto un buon percorso”.
L’ASSENZA DI THAUVIN SI È SENTITA…“Florian è senza dubbio il più forte della squadra, il nostro capitano e il punto di riferimento nello spogliatoio. La sua assenza in campo si sente eccome: perdiamo qualità, imprevedibilità e la capacità di creare spazi, perché è uno di quei giocatori che attira i difensori e apre varchi per i compagni. Al momento, solo Sanchez ha una qualità simile nel dribbling, ma senza di lui siamo meno imprevedibili. Ogni squadra soffrirebbe senza il proprio fuoriclasse. Mi dispiace molto per lui, stava facendo un’ottima stagione ed era vicino al ritorno in Nazionale. Contro la Juventus è mancata la personalità nel gestire il pallone: abbiamo lanciato troppo su Davis senza provare a costruire dal basso. In un momento del genere, Thauvin avrebbe preso in mano il gioco, dettando i ritmi. È un giocatore determinante per noi, e spesso fa tante cose che passano inosservate, ma che fanno la differenza grazie alla sua personalità. Ieri ci è mancata proprio quella leadership tecnica che ti permette di prendere il pallone e cambiare la partita”.
I FRIULANI NON SONO ANDATI A TORINO SOLAMENTE PER DIFENDERE…”Non avevamo impostato la partita con l’idea di difenderci, ma contro una squadra come la Juventus, che lotta per un posto in Champions, a volte sei costretto a farlo. Avremmo dovuto gestire meglio il possesso, ma nel primo tempo ci mettevano in difficoltà: quando cercavamo di uscire con Kristensen o Solet, si trovavano in superiorità numerica, anche tre contro uno, e non riuscivamo a costruire. Comunque, l’intenzione iniziale non era certo quella di chiuderci dietro. Il primo gol? Secondo me era fallo. Fosse stato a metà campo, lo avrebbe fischiato”.
SUL SUO FUTURO. “Al momento non ho ancora avuto modo di parlare del mio futuro con la società, vedremo più avanti. Qui sto bene, e anche la mia famiglia si è ambientata perfettamente, anche se mio figlio scherza dicendomi di andare al Real Madrid (ride, ndr). A me piacerebbe restare. I miei figli frequentano la scuola a Udine, parlano benissimo l’italiano, e Liam gioca a calcio nell’Ancona Lumignacco. C’è anche l’aspetto familiare da considerare: non siamo abituati a cambiare spesso e qui ci sentiamo a casa. Ho un ottimo rapporto con Runjaic, e se oggi sono ancora qui è soprattutto grazie a lui. In estate c’era la possibilità che lasciassi la squadra, ma al termine del ritiro è stato chiaro con me, dicendomi: ‘Io ti voglio qui’. Mi ha dato grande fiducia, anche affidandomi la fascia da capitano, e spero davvero di poter continuare il mio percorso insieme a lui”.
UN MONITO PER CHI INDOSSA LA MAGLIA BIANCONERA. “Lavoro ogni giorno con impegno, sia che giochi sia che resti in panchina. È una mentalità che ho costruito negli ultimi sette, otto anni. Devo farmi trovare sempre pronto quando la squadra ha bisogno, e penso di averlo dimostrato. Ma questo, in realtà, dovrebbe essere la normalità per ogni professionista. La squadra viene prima di tutto, è più importante di qualsiasi individualità. Non c’è spazio per l’egoismo o per esternare frustrazione quando non si gioca. L’Udinese, un club con una lunga storia in Serie A, conta molto più delle presenze annuali di Christian Kabasele”.
Grande Kabasele…..Grande Giocatore…..Grande Campionato…….Grandissimo COMICO !!! Tu non hai niente a che fare con il gioco del calcio, prova con la raccolta di francobolli, con il monopoli, o qualsiasi altra cosa, basta che la smetti con il calcio.
ottimo campionato…? torna dagli alcoolisti anonimi