Gabriele Cioffi racconta al The Guardian la sua carriera da allenatore dopo il ritiro dal calcio giocato

Gabriele Cioffi ha rilasciato un’intervista al The Guardian che ha voluto ripercorrere l’avventura del tecnico bianconero passato dal Crawley ai all’Udinese. Il giornale infatti si chiede come un allenatore possa passare da un club di Serie C2 inglese a un club di Serie A. La risposta del mister è molto semplice: “Con la fortuna. Sono convinto che la fortuna sia il risultato della somma tra preparazione e opportunità“.

GLI INIZI DOPO IL RITIRO. “Quando ho smesso di giocare a calcio sono stato scelto da Cristiano Giuntoli per fare da viceallenatore al Carpi. Dopo l’avventura al Gavorrano sono invece stato chiamato dal mio amico Diego Pellegrini, con cui giocai al Mantova, che mi ha ritenuto la persona adatta per dargli una mano nel migliorare e far crescere la sua academy in Australia“.

Dall’altra parte del mondo Gabriele Cioffi ha incontrato un altro italiano: il dirigente Gianluca Nani, che lo ha convinto a trasferirsi ad Abu Dhabi e a fare il vice di Hendrik ten Cate all’Al-Jazira, poi l’avventura al Birmingham con Gianfranco Zola.

L’OFFERTA DEL CRAWLEY. “Ricevetti una chiamata da Erdem Konyar, il CEO del Crawley, che mi propose di diventare allenatore della squadra. Inizialmente dissi “No, in League Two?”, poi lo incontrai: aveva una forte personalità, le idee chiare e sapeva ciò che voleva. Quindi decisi di accettare“. Al Crawley Cioffi è stato il primo allenatore a vincere al debutto e a battere una squadra di Premier (il Norwich in Carabao Cup).

L’UDINESE. “All’Udinese lavoro con 200 persone. La mia ambizione è quella di diventare un vero e proprio allenatore di Serie A. Ora come ora voglio vincere più partite possibili e spero di allenare a lungo“.