L’estremo difensore dell’Udinese presenta la sfida di domani contro la Juventus: “Sottil ci ha dato grande consapevolezza nei nostri mezzi. Io credo a un piazzamento europeo! Alla Juventus toglierei Chiesa: è il loro top-player“
Alla vigilia del difficile match dell’Allianz Stadium contro la Juventus il portiere dell’Udinese Marco Silvestri ha parlato in intervista ai microfoni dei colleghi di Tuttosport.
Ecco le sue principali dichiarazioni in vista della sfida di domani:
PERIODO – «Andiamo a Torino per provare a vincere. A noi non interessa contro chi giochiamo, ma la prestazione che ci può portare a fare tre punti contro chiunque. Contro l’Empoli, per esempio, nonostante non sia arrivata la vittoria, abbiamo giocato alla grande».
SOTTIL – «È un ottimo allenatore che ci ha dato grande consapevolezza nei nostri mezzi. Ci chiede sempre di tirar fuori tutta la qualità che abbiamo in ogni partita, con lui gli allenamenti sono molto intensi e, non per caso, stiamo benissimo fisicamente. Inoltre ha molta passione e ha una grande voglia di arrivare a essere un allenatore di grande livello: questo noi questo lo sentiamo».
UDINESE DA ZONA EUROPA – «Certo che può essere uno stimolo, anche se noi in realtà non ne parliamo perché preferiamo concentrarci sulle partite senza guardare la classifica. Abbiamo fatto prestazioni di ottimo livello e questo è segno del fatto che la squadra quest’anno può arrivare in alto. Abbiamo fatto 25 punti in 16 gare e sappiamo che per arrivare in Europa bisogna avere una media punti molto alta: poi a giugno vedremo dove saremo arrivati… Intanto pensiamo alla Juve».
CHI TOGLIE AD ALLEGRI – «Chiesa. È il top player della Juve».
SOTTIL-JURIC: CI SONO PUNTI IN COMUNE – «Juric ama giocare più uomo a uomo, mentre Sottil in certe zone del campo predilige cose diverse e varia un po’ di più in base agli avversari che ha di fronte. Lo stile però è un po’ quello: calcio aggressivo, squadra che gioca in modo molto diretto e che fisicamente va per novanta minuti a altissimi ritmi».
FUTURO POST CALCIO – «Non lo so ancora, ma penso che per una decina d’anni starò in campo: sembro ancora un ragazzino».