Si è appena conclusa la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore dell’Udinese Fabio Cannavaro. Il campione del mondo e pallone d’oro nel 2006 è subentrato all’esonerato Gabriele Cioffi.

Le sue parole. 

LA SUA NUOVA AVVENTURA IN BIANCONERO. “Ringrazio la società che mi ha dato questa possibilità di essere qui. Mi sono sentito con Cioffi che ringrazio per lo sforzo ha fatto fino a ieri. Sono cose che capitano tra noi allenatori. Oltre alla grande voglia ci sono delle difficoltà, è una squadra con molti giocatori che parlano diverse lingue e la comunicazione è fondamentale. Però chi gioca a calcio sa che la lingua è solamente una. Non bisogna aver paura, perché nelle ultime prestazione non è sembrato un problema fisico, ma mentale. Sono arrivato ieri e oggi abbiamo fatto il primo allenamento per preparare i venti minuti rimanenti contro la Roma. L’aspetto psicologico è fondamentale ed è importante far capire ai ragazzi che la storia di questa società è importante. Ci sarà da sbagliare il meno possibile per arrivare al nostro obiettivo: la salvezza”. 

COME HA VISSUTO GLI ULTIMI DUE GIORNI. “Quando ti chiamano delle squadre è difficile dire di no. La storia quando fai una scelta è importante e l’Udinese ha la storia di una società serie dove puoi venire e lavorare bene. Sono state ore intense. È successo tutto cosi velocemente che era giusto però accettare. Il momento è complicato, ma non ci penso, andiamo avanti partendo dalla base che questa squadra pur avendo avuto tanti problemi ha qualità tecniche e umane che possono far ben sperare per questo finale di campionato. Questo aspetto mi ha convinto ad accettare senza ripensamenti. Conosco la Serie A e quando ho visto questi giocatori gli ho detto che se aspettiamo di non subire gol non ce la faremo. Dobbiamo fare qualcosa in più perché quattro partite sono poche per accontentarsi dei pareggi. Dobbiamo alzare l’asticella”. 

COME SI ‘GUARISCE’ QUESTA UDINESE? “È l’analisi che abbiamo fatto un po’ tutti. Chi conosce un po’ di calcio sa cosa possono dare questi calciatori. La paura nei minuti finali li ha fregati quando bisogna alzare l’asticella dell’attenzione per portare il risultato a casa. Quando non lo fai è solo un aspetto mentale. Il mio calcio era diverso da quello di oggi, siamo tutti convinti che sia un aspetto mentale e dobbiamo lavorare su questo. C’è da lavorare sull’aspetto fisico e tattico”. 

COME SI ENTRA NEL CUORE DEI GIOCATORI. “I giocatori quando entrano in questa struttura vedono comunque le maglie di chi ha giocato qui. La storia di questa società è importante, va rispolverata e bisogna capire nuovamente che 30 anni in Serie A sono frutto di un sacrificio e di una famiglia che ha fatto un lavoro straordinario. Anche da avversario questa cosa si percepiva molto”.

L’ESORDIO CONTRO DE ROSSI. “Il calcio è bello perché ti regala emozioni e ti dà la possibilità di incontrare vecchi amici e vivere momenti del tuo passato. Però adesso è improntate concentrarsi su noi stessi e sulle prossime gare. Dobbiamo ragionare con un concetto di fame e attenzione superiore a tutto”. 

DOVE BISOGNA LAVORARE MAGGIORMENTE. “L’aspetto mentale è fondamentale, è una squadra che ha subito poco perché stava spesso dietro la linea della palla. Dobbiamo cercare più soluzioni, soprattutto in fase offensiva per avere maggiore tranquillità”. 

SU PINZI. “Ovunque sono andato ho sempre cercato collaboratori locali per permettere di accorciare i tempi di ambientamento. Pinzi  è da tanti anni qui e conosce benissimo la proprietà. Quando mi è stato proposto ho accettato all’istante”.