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De Siervo: “Con il Metaverso entriamo nel futuro”

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L’amministratore delegato della Lega Serie A è intervenuto ai microfoni di Radio Rai

Intervenuto ai microfoni di Radio Rai durante la trasmissione Radio Anch’io Sport, l’amministratore delegato della Lega Serie A ha rilasciato alcune dichiarazioni. Ecco quanto riassunto dal comunicato della Lega.

SUL METAVERSO. “Vogliamo stare il più vicino possibile ai nostri utenti: i giovani passano il tempo nel Metaverso. Stiamo cercando di essere la prima Lega di calcio a interpretare il concetto di innovazione. È come vedere una partita con altre persone, in una immersione condivisa dell’esperienza calcistica. Così il calcio perde la sua umanità? No, sono due fenomeni collegati, nessuno vuole togliere poesia o umanità al calcio. Una Lega moderna deve mettere la tecnologia al servizio dello spettacolo, in questo caso in uno stadio virtuale, in una funzione un po’ più vicina a un videogioco. Stiamo cercando di ‘ingaggiare’ di più le giovani generazioni, altrimenti frammentate e disperse”.

SULLA LOTTA ALLA PIRATERIA. “In Italia siamo leader della pirateria. Se tutti vedessero le partite sul pezzotto nemmeno io sarei qui, non avremmo le risorse per andare avanti. Non è solo un reato, è civilmente inaccettabile abusare del nostro sport preferito. Il calcio si mantiene sui ricavi. E’ uno spettacolo su abbonamento”.

SUGLI STADI. “L’Italia è ferma agli anni ’90 come modello, ma la Juventus, l’Udinese, il Sassuolo e l’Atalanta hanno tracciato la strada. Il percorso è quello dell’accelerazione dei processi burocratici. La linea del Presidente Casini è corretta, è necessario un tavolo di lavoro tra i Club, il Governo e le Amministrazioni competenti. Nessuna realtà calcistica può essere valutata interessante se non ha un progetto commerciale dietro. Tutti siamo dei consumatori e in Italia è difficile vivere le stesse esperienze che si vivono negli altri Paesi”.

SULLA CHAMPIONS LEAGUE. “La nostra è una posizione critica su due dinamiche, la prima è sul numero di partite: vengono aggiunte 100 partite, ovvero il 40% in più solo per reperire maggiori risorse economiche. Per la Serie A significherebbe perdere oltre 200 milioni all’anno e questo è un fatto inaccettabile. Chiediamo che l’aumento delle gare sia ridotto della metà, ovvero che i match dei gironi iniziali non siano dieci ma otto, rispetto alle sei attuali. Il secondo aspetto riguarda i coefficienti delle quattro squadre che verrebbero ammesse in più: viene introdotto un coefficiente che tende a premiare determinate performance, una specie di strizzata d’occhio al modello Super League. Dalle stime che abbiamo fatto l’Italia avrebbe solo una squadra in più nei prossimi dieci anni, ci sarebbe una sperequazione rispetto ai due Campionati che già dominano nelle competizioni europee”.

SUL CAMPIONATO. “Siamo persone ragionevoli e capiamo le discussioni, ma facciamo parte di un modello economico con delle regole, per mettere più pubblici possibili in condizione di vedere le partite. È stato deciso anni fa che l’ultima giornata si giochi in contemporanea, se necessario. Ed è uguale a quello che avviene all’estero, il modello economico è uguale per tutti”.

SULLA SUPERCOPPA ITALIANA. “Si tornerà in Arabia Saudita, poiché abbiamo un contratto che non abbiamo risolto per clausole penali che abbiamo ereditato. Per il futuro stiamo valutando un contratto all’estero di più ampia prospettiva, che coinvolga più squadre”.

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