Contro il Torino c’era grande attesa per il ritorno da titolare di Jaka Bijol per la prima volta in difesa con il neo acquisto Lautaro Giannetti. A dire la verità le cose non sono andate benissimo. Lo sloveno si è fatto sorprendere da Zapata nell’occasione dello 0-1, anche se poi a dire il vero ha ben contenuto il centravanti colombiano ex di turno. Giannetti ha invece sofferto la velocità di un giocatore dalle caratteristiche di Okereke.
E proprio la mancanza di velocità nel reparto difensivo è sembrato il tallone d’Achille della retroguardia bianconera. Un problema che potrà essere in parte risolto da rientro di Nehuen Perez già dalla prossima sfida visto che il centrale difensivo argentino ha scontato il proprio turno di squalifica.
Da un punto di vista tattico, la partita ha offerto anche spunti positivi. L’Udinese ha dimostrato di poter iniziare l’azione da diverse parti del campo, non solo attraverso Walace e Bijol al centro ma anche sfruttando Giannetti sulla fascia sinistra. Questa versatilità offre all’Udinese una varietà di opzioni in fase di costruzione del gioco, con Giannetti che, giocando a piede invertito, può aprirsi nuove vie per avanzare e servire i compagni.
Il debutto di questa nuova formula difensiva, nonostante le sfide iniziali, segna un momento di evoluzione tattica per l’Udinese. Con il ritorno di Perez e un maggiore adattamento dei nuovi schemi, si prospetta un miglioramento. Le potenzialità sono evidenti: idee innovative e soluzioni tattiche all’avanguardia sono sul tavolo, ma la parola d’ordine rimane una: equilibrio. Questo sarà fondamentale per navigare con successo in questo finale di stagione, dove l’Udinese dovrà sfruttare ogni certezza per assicurarsi un posto di rilievo nella competizione.